Descrizione
Lungo Le Vie dell'Abbazia provenendo dal guado lungo l’antica strada romana e in direzione dei Molini di Stalis, ci si imbatte in una piccola oasi in mezzo alla campagna, una chiesetta medievale rivissuta grazie all’amore di un gruppo di cultori della storia, dell’arte e delle tradizioni del proprio paese.
Come i vicini Molini di Stalis, anche la Chiesetta campestre di San Pietro viene citata la prima volta nelle fonti documentali in una Bolla di Papa Lucio III, risalente al 1182: vi si sancisce l’autonomia dell’Abbazia di Santa Maria di Sesto dal Vescovo di Concordia, e vi si confermano i suoi privilegi ed i suoi possedimenti, tra i quali anche la nostra piccola Chiesetta.
La domanda, qualcuno direbbe, “sorge spontanea”: perchè è stata costruita una chiesa in mezzo alla campagna, lontana sia dal centro di Versiola (la frazione alla quale appartiene) che dagli altri paesi, che pure hanno ciascuno le proprie chiese?
Monsignor Giancarlo Stival, Parroco Abate di Sesto al Reghena, che ha studiato la storia di questo sito, azzarda un’ipotesi affascinante: “Il monastero sestense (dedicato dai Fondatori alla Vergine Maria, a San Giovanni Battista e a San Pietro Apostolo di Cristo) appare, tra i secoli XI e XII, particolarmente impegnato a dimostrare e garantire la propria autonomia, e lo fa richiamandosi da una parte alla diretta dipendenza da Aquileia, e dall’altra propagandando la propria “sottomissione” alla sede apostolica, e quindi una speciale dipendenza dal papa. Gli abati sestensi hanno concretizzato questo riferimento, non soltanto ideale, agli Apostoli, e a San Pietro in particolare, con una serie di edifici ed elementi monumentali".
La Chiesetta medievale, restaurata negli anni ’90 del ’900, presenta un’aula rettangolare di circa 5.80 per 7.50 metri e una piccola abside semicircolare romanica con apertura a sesto ribassato.
La finestratura a mezzaluna rivela una riforma dell’edificio nel corso del ’700.
Le pareti vennero affrescate in epoche diverse, ma oggi purtroppo poco rimane della decorazione originaria; si conserva un affresco quattrocentesco con la Vergine, il Bambino e S. Sebastiano.